INTERVISTA A FABIANO IHA

Pubblicata sul numero 24 anno 2004 di Sphinx Magazine
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Un atleta con cui da tempo mi volevo allenare e che volevo intervistare in esclusiva per Sphinx Magazine è sempre stato Fabiano "The King of Arm Bar" Iha. Nel mio ultimo viaggio in California avevo promesso che questa volta ce l'avrei fatta! Non nonostante i vari "disguidi" (Fabiano era in Canada a tenere dei seminari ed ad allenare degli atleti che avrebbero dovuto disputare delle gare di Vale Tudo da lì a poco) riuscii nella mia impresa...La prima cosa che mi colpì quando entrai in palestra fu la gabbia che si trovava al centro della palestra...Incuteva timore e ansia. Era là con la sua porta a "chiusura ermetica" e la grata che non permetteva la fuga. Incominciai a parlare con Fabiano del più e del meno e gli chiesi se volesse l'intervista prima o dopo l'allenamento. Sorridendo rispose che prima veniva il dovere/dolore e poi il piacere. Con questo spirito entrai nella gabbia e incominciai l'allenamento. Questo scultoreo atleta era un fenomeno ma la cosa che mi affascinò più di tutto fu la sua capacità di insegnarmi le tecniche adatte al mio fisico ed estremamente imprevedibili. Dopo due ore di lotta con lui e un'altra cintura viola, incominciai l'intervista mentre lui sfogliava curioso Sphinx Magazine soffermandosi sulle ragazze fotografate!!

A: Alberto Ceretto
F: Fabiano Iha

A: Puoi parlarci del tuo background?

F: Mi sono avvicinato al jiu jitsu da ragazzino in Brasile, con Crolin e Reylson Gracie e ho ricevuto la mia cintura nera proprio da loro. Con Crolin ho continuato ad allenarmi fino al 1995 quando mi sono trasferito qui in California per insegnare e combattere. All'inizio ho insegnato al Beverly Hills Jiu Jitsu Club nell'attesa di combattere nell'UFC. Nel 1997 vi ho partecipato per la prima volta e da allora ho combattuto sette volte. Ho sempre preferito il combattimento senza kimono e quindi ho smesso otto anni fa di allenarmi con il GI (kimono). Ora sono 3° dan di Jiu Jitsu.

A: Per quale motivo hai smesso di allenarti con il gi?

F: Il mio obbiettivo e il mio desiderio è sempre stato quello di combattere nel Vale Tudo e nel Free Fight quindi ho cercato di finalizzare i miei sforzi su questo obiettivo. Se ti alleni sempre con il kimono rischi di trovare difficoltà in combattimento dove non si usa e questo non deve assolutamente succedere. Bisogna avere la mente pulita.

A: Prima di venire in California avevi già combattuto?

F: Si avevo disputato incontri nel Brazilian Jiu Jitsu diventando per due volte campione del Brasile e per tre nel Sud del Brasile. Già al tempo avevo disputato alcuni incontri di Vale Tudo ma in piccoli eventi.

A: Quanti avversari hai incontrato fino ad ora?

F: Venti. Ho combattuto nell'UFC sette volte, nel King Of Tha Cage, nell'Extreme Challenge 22, nel Pride 8 e in uno show organizzato dal mio amico Tito Ortiz.

A: Per quale ragione hai incominciato a combattere nell'NHB?

F: Innanzitutto perché amo moltissimo combattere:mi piacciono le forti emozioni che esso mi da. Ho sempre adorato gli sport estremi.Ho preso parte a gare di BMX vincendo due campionati del Brasile, a gare di parapendio e di rally. E' da quando sono bambino che competo nelle più disparate discipline e continuo a farlo. E' la mia vita. (sorride)

A: Qual è stato il match più duro della tua carriera?

F: Contro Dave Menne nell'UFC. Era più pesante di me ed era molto difficile tenerlo a bada.Ho perso per decisione dei giudici.

A: Ti è piaciuto quel match?

F: Premettendo che preferisco vincere, anche quell'incontro mi è piaciuto molto.Avrebbe dovuto essere un pareggio perché ci eravamo colpiti a vicenda per tutto l'incontro, ma la giuria ha preferito lui. In fondo perdere con uno più pesante di me non è perdere... (sorride).

A: Cosa pensi del Cross Training? Tu hai sempre praticato Jiu Jitsu ma so che adesso ti alleni anche in altre discipline per migliorare il tuo lavoro in piedi, vero?

F: Il Cross Training è indispensabile. Se non ti eserciti in tutto ciò che ti può servire per combattere nello NHB non andrai da nessuna parte. In Brasile, alcuni anni fa gli istruttori di Jiu jitsu impedivano agli allievi di allenarsi in altre palestre. Oggi tutto è cambiato: o ti alleni nel pugilato, nella Kick Boxing , nella Thai Boxe e nel Jiu jitsu o non potrai mai vincere.

A: Puoi spiegarci un po' dettagliatamente come ti alleni prima di un incontro?

F: Intensifico gli allenamenti a partire dal mese precedente al match.La cosa più importante è la resistenza quindi dedico tantissimo tempo agli esercizi cardio vascolari (corsa, corda, sacco). Si può essere tecnicamente perfetti ma senza "benzina" nel serbatoio non si può fare molto. Bisogna alzarsi la mattina con l'idea di incrementare il fiato al massimo. Un'altra cosa molto importante è la lotta: bisogna allenarsi non solo nella lotta a terra ma anche in quella in piedi cercando di potenziare i punti deboli. Adesso dedico molta attenzione al combattimento in piedi, perché tutti gli incontri incominciano in piedi (sorride).

A: Cosa fai di preciso per il fiato?

F: Qui in California siamo fortunati perché fa sempre bello e il clima è caldo, quindi vado a correre e nuoto moltissimo nell'oceano. Corro almeno due miglia al giorno per sei volte la settimana. Durante la corsa alterno degli scatti veloci a dei recuperi brevissimi.

A: Sollevi anche pesi?

F: Si, sollevo pesi tre volte la settimana ma carichi leggeri perché non mi voglio irrigidire troppo. E' fondamentale sollevare pesi ma con raziocinio. Se aumenta troppo il peso, tocca aumentare anche il lavoro cardio vascolare per mantenere il fiato.

A: Cosa mangi prima dei match?

F: In genere cerco di mangiare quello che mangio sempre, non voglio sforzare il mio corpo a mangiare troppo né troppo poco.Un cibo che prediligo, perché mi piace e mi fa bene è il sushi. Infatti è ricco di proteine, indispensabili per il nostro sport.

A: Prima di entrare nella gabbia osservi qualche abitudine particolare?

F: Negli spogliatoi salto la corda dieci o quindici minuti. Appena vedo che comincio a sudare e che il mio corpo è caldo smetto, mi metto una felpa e cerco di mantenermi caldo. Se vedo che mi raffreddo faccio vuoto (shadow boxing) tirando colpi di braccia e gambe. Mi scaldo ma non mi stanco.

A: So che la tua tecnica preferita è l'arm bar (juji gatame) ossia la leva al braccio disteso e per questo sei stato soprannominato "The King of Arm bar" ("Il Re delle chiavi alle braccia") ci spieghi perché prediligi questa tecnica per finalizzare i tuoi avversari?

F: Il soprannome deriva dal fatto che riesco a sottomettere il mio avversario con una arm bar da qualsiasi posizione meglio di chiunque altro. Questa tecnica infatti si adatta alla mia struttura fisica e della lunghezza delle mie gambe. Ognuno deve ricercare le tecniche più adatte al proprio fisico.Per esempio, come ti ho detto prima , quando ci siamo allenati,con le tue gambe, che sono più lunghe delle mie, vengono meglio i sankaku (strangolamenti triangolari con le gambe), io invece eseguo meglio le leve alle braccia. Ho allenato grossi nomi dell'NHB ad usare questa mia specialità. Ho insegnato per un mese intero,privatamente, a Sakuraba tutti i segreti delle leve alle braccia. Io cerco sempre una leva al braccio disteso prima di ogni cosa.

A: Che sensazioni ti da combattere nella gabbia?

F: Sono molto nervoso. Non ho paura del mio avversario, ma sono nervoso perché c'è la mia famiglia e i miei amici che guardano il match. Ho combattuto tante volte eppure sono sempre in ansia (sorride e guarda come se stesse ricordando i suoi incontri).

A: Preferisci combattere nel Pride o nell'UFC?

F: Tutti e due gli eventi mi piacciono molto. Nel Pride il pubblico è fantastico e anche se perdi per loro sei un campione e vengono a chiederti gli autografi. Nell'UFC c'è meno rispetto per l'atleta da parte del pubblico: diciamo che nell'UFC ricevo una buona borsa da atleta... (sorride facendo il gesto dei soldi).

A: Come mai hai deciso di fare di questo sport il tuo lavoro, rendendolo parte integrante della tua vita?

F: Ho sempre voluto essere un atleta professionista di Vale Tudo. Per raggiungere l'obiettivo avevo bisogno di tempo per potermi allenare.Quindi quale lavoro migliore se non l'insegnamento dell'NHB? Se avessi fatto l'avvocato non avrei avuto tempo di alzarmi tutte le mattine e andare a correre e tutto il resto.

A: So che stai creando una grossa organizzazione puoi parlarcene?

F: Sto lavorando con Tito Ortiz ed altri per fare diventare la EFC (Extreme Fighting Championship) un evento di portata mondiale,alternando le competizioni con grandi concerti rock. Così attiriamo molta gente.

A: So che in questa palestra ti alleni con Tito Ortiz e con altri ottimi atleti non è vero? Come è potuto accadere che grossi nomi dello NHB si unissero senza rivalità?

F: Vedi innanzitutto siamo amici. Io e Tiki siamo soci in questa palestra. Tito si allena con me nella lotta a terra e io con lui nel lavoro di proiezioni a terra.Ci aiutiamo a vicenda. Con Rob "Razor" Mc Cullogh (interviste esclusive con questi atleti saranno pubblicate sui prossimi numeri della nostra rivista) lavoriamo nella Thai Boxe. Questo è uno dei segreti delle nostre vittorie. (ride)

A: Quale personaggio ha influenzato maggiormente la tua crescita marziale e in generale la tua vita?

F: Royce Gracie. E' stato il primo a combattere nell'UFC . Io ero al suo angolo con Crolin Gracie e quando l'ho visto entrare nell'ottagono ho pensato : "voglio entrarci a tutti i costi!".

A: Ho visto i tuoi incontri nel famosissimo torneo ad Abu Dhabi. Che esperienza è stata partecipare a quel torneo che riunisce i migliori lottatori del pianeta?

F: Andai ad Abu Dhabi nel 1998 ossia nella sua prima edizione.In un certo senso posso essere considerato un pioniere di quell'evento. Allora nessuno sapeva cosa realmente fosse e come sarebbero andati i combattimenti. Mi presentai senza nessun allenamento particolare. Vinsi i primi due incontri in pochissimo tempo,sempre con una leva al braccio.In semifinale vinsi contro John Lewis. La finale fu contro Renzo Gracie. In quell'occasione stavo per eseguire una leva al braccio ma proprio nel momento in cui realizzai che stavo per finalizzare proprio Renzo Gracie, lui si liberò e cercò di sottomettermi. Lottammo fino alla fine e vinse lui per solo due punti di vantaggio. Dopo quell'evento fui invitato anche nel 1999 e nel 2000.Nel 2000 però dovetti rinunciare per la concomitanza di un incontro dell'UFC.

A: Combatteresti ancora ad Abu Dhabi?

F: Mi invitano ogni anno, ma rifiuto sempre. A me piace lo NHB. E poi, sinceramente, nell'UFC sono meglio retribuito.

A: Chi sono i più bravi ad Abu Dhabi?

F: Royler Gracie e Jean Jeacque Machado.

A : Se ti dico Zè Mario Sperry?

F: E' un ottimo atleta anche se non mi piace come combatte nella lotta. Cerca di fare pochi punti e poi perdere tempo per mantenerli.

A: Chi ritieni sia il migliore nello NHB?

F: Ci sono ormai tanti grandi nomi. Tito Ortiz mi piace molto.Non lo dico perché è un mio amico ma perché ha fatto capire al mondo che si può vivere facendo solo combattimenti. Lui fa solo l'atleta e non insegna.

A: Mi hanno raccontato che un po' di tempo fa hai avuto degli screzi con un altro brasiliano,un certo Cleber Luciano (sorrido), puoi dirci qualcosa?

F: Certo (ride e finge di tirarmi un pugno). Un po' di tempo fa Cleber Luciano (una cintura nera di BJJ) è venuto nella mia palestra a propormi un incontro di jiu jitsu con il kimono. Io rifiutai, perché era ormai troppo tempo che non combattevo con il gi. Gli chiesi se voleva combattere di Vale Tudo, ma lui rifiutò. Alcuni giorni dopo seppi che andava in giro a raccontare che mi ero rifiutato di combattere riconoscendo così la sua superiorità. Ma un paio di mesi dopo seppi che era iscritto ad un torneo (Extreme Challenge 22 , l'unico a cui lui abbia mai partecipato). Così chiamai l'organizzatore e dissi che ero disposto a diminuire la mia borsa pur di combattere contro Cleber. Detto fatto.Alla conferenza stampa del giorno precedente dell'evento mi presentai con Marco Ruas, con il quale mi allenavo allora, e stringendo la mano a Cleber visibilmente impallidito, gli dissi: "adesso voglio vedere come uscirai dalla gabbia". Vinsi per KO, con una scarica di pugni al viso.

A: Cosa gli consiglieresti a una persona che volesse incominciare a combattere nel Vale Tudo?

F: Innanzitutto di scegliere una piccola organizzazione di combattimenti per fare le sue prime esperienze e per non bruciarsi subito la carriera. Seconda cosa gli ricorderei che l'allenamento e i combattimenti sono entrambi molto duri.

 

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