INTERVISTA A FRANCO DE CAMARGO

Navigando su internet,notai un sito dove un maestro diceva di insegnare il vero jiu jitsu brasiliano e di tenere tutte le lezioni personalmente. Visto che la palestra si trovava nelle vicinanze della cittadina in cui vivevo inCalifornia, nell'Orange County, decisi di andare per conoscere il maestro. Incontrai una persona estremamente umile e disponibile che appena mi conobbe fu disponibilissimo nell'insegnamento e nel raccontare la propria esperienza in Brasile. Così nacque subito quel feeling dal quale scaturita questa intervista.

A: Alberto Ceretto
F: Franco De Camargo

A: Puoi parlarmi del tuo background nelle arti marziali?

F: Incominciai a dieci anni con la Capoeria perché allora in Brasile andava molto di moda. Dopo passai al judo e infine quando raggiunsi i quattordici anni incominciai ad allenarmi nel jiu jitsu. Da allora mi alleno con Carlson dal quale ricevetti direttamente la cintura nera.

A: Cosa pensi di Carlson Gracie?

F: Ovviamente è stato il mio maestro ed è un gran maestro perché ama la sua arte marziale e aiuta molto i suoi allievi. Il suo jiujitsu, al contrario di altri , si focalizza molto sui fondamentali. Carlson non ti insegna tecniche spettacolari o "stellari" ma solo ciò che può servire a vincere in un torneo.

A: Un po' di anni fa la squadra agonistica di Carlson si è divisa, cosa pensi di questi ex allievi?

F: Molti di loro sono miei carissimi amici e li rispetto molto. Nonostante questo penso che avrebbero dovuto aver più rispetto per il nostro maestro perché si è sempre sacrificato molto per il jiu jitsu e per la crescita di quest'arte.

A: Hai mai combattuto nel Vale Tudo?

F: Non in grandi eventi. Ho combattuto in un paio di piccoli eventi giusto per provare questa esperienza.

A: Cosa pensi del Vale Tudo?

F: E' molto importante perché è un approccio realistico al combattimento. Tutti pensavano che le tecniche viste nei film fossero efficaci invece, hanno scoperto finalmente che non lo sono.

A: Perché il jiu jitsu brasiliano è così popolare in America e non in altre parti del mondo come l'Europa?

F: Questo perché molti brasiliani si sono spostati per prima in America, in particolare in California. Qui vi è una buona economia che aiuta molto la crescita del nostro sport.

A: Secondo te, com'è il livello del jiu jitsu brasiliano qui in America rispetto a quello in Brasile?

F: Sicuramente in Brasile il livello è molto più alto. Grazie all'immigrazione di maestri preparati il livello in America crescerò sicuramente. Non solo in America ma anche da voi in Europa. Ci vuole solo tempo.

A: Mi dai una tua opinione sui grossi eventi che si stanno svolgendo oggi come l'UFC, il Pride o il King of the Cage?

F: Tutti questi eventi sono ben organizzati. Conosco molto bene i match maker del Pride e ritengo che stanno facendo un ottimo lavoro per far vedere l'importanza della lotta nel combattimento reale.

A: Hai mai preso parte a tornei di jiu jitsu?

F: Si. Facendo parte della squadra di Carlson era impossibile non gareggiare. Ho vinto la Coppa Hunter nel 1998. L'unica ragione per cui combattei in quell'evento era perché mi trovavo in Brasile per aiutare negli allenamenti il mio amico Wallid Ismael che avrebbe dovuto combattere contro Royce Gracie.

A: Chi ti piace vedere combattere?

F: Ma sicuramente Wallid. E' un mio carissimo amico e lo ritengo un ottimo combattente. Mi ha aiutato molto a creare il mio gioco a terra. Possiede poche tecniche ma davvero efficaci. Finalizza tutti i suoi avversari con le stesse quattro tecniche eppure sono micidiali. Se cadi nella sua trappola sei finito. Guarda Royce che fine ha fatto contro di lui (sorride). Adesso promuove un grosso evento come il Jungle Fight con Antonio Inoki.

A: E' positivo avere un po' di paura prima di un incontro, sia esso di Vale Tudo o di Jiu jitsu?

F: Sicuramente è positivo. Ti rende cosciente e ti fa combattere in maniera più aggressiva. Devi comunque saperla dominare. Se ti fai sopraffare dalla paura sicuramente non vincerai.

A: Come prepari gli atleti prima dei tornei?

F: Dipende dai tornei che devono affrontare. Se sono singoli incontri studio con i miei allievi una strategia vincente per quello specifico match se no li preparo molto a livello tecnico e fisico. Ultima cosa su cui focalizzo l'importanza è il rilassamento durante l'incontro. Non bisogna essere contratti mentre si combatte. Rilassati e veloci.

A: Nei tornei di lotta non ricevete borse di denaro, come mai combattete ugualmente?

F: La principale ragione è perché amiamo questo sport. La seconda cosa è perché crediamo molto nella nostra scuola.

A: Come mai adesso non combatti nel Vale Tudo? Sicuramente guadagneresti di più.

F: Ora non ho più l'età per combattere (sorride). Quando l'UFC è diventato così popolare io ero già vecchio. Io posso preparare le nuove generazioni per combattere in quegli eventi.

A: Gli allenamenti in Brasile con Carlson erano più duri di quelli che fai oggi in America?

F: Sono uguali. Ci alleniamo nello stesso modo. La cosa positiva sono le visite di Carlson, ci dona nuova "linfa vitale" e nuova voglia di continuare. Questo è un altro dono di Carlson.

A: Com'era allenarsi nella squadra di Carlson quando c'erano i grandinomi come Mario Sperry, Murilo Bustamante, Wallid Ismael, Rodrigo Medeiros, e altri?

F: Carlos Barreto,Wallid e gli altri erano tutti molto uniti. Fu molto importante per il jiu jitsu avere una squadra del genere. Il mio lavoro a terra crebbe molto. Alcuni di loro erano bravi nell posizioni di dominio come la monta, altri ad uscire. Il team nel corso degli anni crebbe molto grazie ai sacrifici di Carlson.

A: Se un tuo allievo ti dicesse che vuole combattere nel Vale Tudo cosa gli insegneresti?

F: Anche se qui nella mia accademia studiamo di più il jiu jitsu sportivo, ho alcuni ragazzi che hanno preso parte a dei piccoli eventi di free fight e hanno vinto.

A: Hai dei segreti nell'insegnamento?

F: Non ho nessun segreto. Sono un istruttore e un padre di famiglia quindi ho molta responsabilità. Insegno così come ho imparato da Carlson. Qualche volta faccio lottare gli allievi a un venti per cento della forza per quarantacinque minuti; altre volte al novanta per cento per venti minuti di seguito in modo da migliorare la forza e la resistenza.

A: Cosa pensi del body building associato alla pratica marziale?

F: Lo consiglio a tutti i miei allievi anche se io non lo faccio più da molto tempo. E' utilissimo e a volte è indispensabile.

A: Cosa pensi dell'alimentazione per un atleta ?

F: E' fondamentale seguire una giusta dieta non solo se sei un atleta. Io sono vegetariano e non consiglio un'alimentazione ricca di proteine come altri consigliano. Ritengo che le proteine indispensabili per il nostro organismo si possono tranquillamente assimilare dai fagioli e da altri legumi.

A: Che tecnica preferisci eseguire mentre lotti?

F: Mi piacciono molto le leve alle braccia.

A: Cosa pensi dell'introduzione dei punti del jiu jitsu per decretare la vittoria?

F: La finalità del jiu jitsu è la sottomissione. L'assegnazione del punteggio è una giusta evoluzione dello sport. Noi, quando ci allenavamo con Carlson, cercavamo sempre la finalizzazione.

A: Progetti per il futuro?

F: Promuovere i miei allievi che hanno un buon livello e continuare a insegnare al massimo delle mie possibilità.

 

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