INTERVISTA A WANDER BRAGA

Ci puoi dire il tuo back ground?

Quando ero bambino incominciai a studiare a Rio De Janeiro Karate e Judo perché; ai miei genitori piacevano come sport. Poi tutti i miei amici incominciarono a praticare il Jiu Jitsu e così; incominciai anche io. Presi la cintura da Jorge Pereira e cinque anni fa mi trasferii in America. Da circa due anni, poi ho incominciato a praticare la lotta, la boxe e la Thai Boxe per migliorare le miei prestazioni nel Vale Tudo.

Quanti incontri hai fatto nella tua carriera?

Nel Jiu Jitsu molti. Sono stato molte volte campione del brasile nella mia categoria, ho vinto una volta i campionati Panamericani e per due anni di seguito mi sono piazzato al secondo posto e ho conquistato il terzo posto ai mondiali perdendo contro Shaolin. Nel NHB ho fatto sedici match e sono tutt'ora imbattuto. Combatterò a marzo per la cintura del King of the Cage.

Quanto guadagni a match?

Dipende dall'avversario con cui devo combattere. Il mio manager Mike, lo stesso manager di Royce Gracie, combina i miei match e si mette d'accordo per la borsa.

Ti ricordi il primo match di Vale Tudo che hai disputato?

Si, fu in un torneo. Il mio primo avversario, un praticante di capoeria, si ritirò dall'incontro e quindi vinsi senza dover combattere. Se devo essere sincero ero molto contento perché; avanzavo in finale senza danni e senza aver disputato nessun incontro. Il mio allenatore Jorge Pereira invece era infuriato e così decise di prendere il microfono e sfidare la gente del pubblico, chiedendo loro se ci fosse qualcuno con le "palle" per combattere contro di me. Poi si girò verso di me e mi disse che o vincevo o non saremmo tornati a casa vivi. Infatti stava salendo sul ring un grosso praticante di caponeria: combattei con lui per quindici minuti; ciò che mi colpì di più fu la sua resistenza al dolore. Gli scaricai una raffica di pugni al viso e lui sorridendo li assorbì senza andare KO. Riuscii poi a finalizzarlo ma fu davvero molto faticoso. Arrivai alla finale e la vinsi aggiudicandomi il torneo. In quell'occasione Jorge mi diede la cintura nera di Jiu Jitsu.

Che tipo di allenamento seguivi quando eri in Brasile?

Grosso modo lo stesso che seguo qua in America. Quando ero una cintura bianca, Jorge era solito spegnere le luci e farci combattere a luci spente in modo che fossimo più attenti alla sensibilità e al contatto del nostro corpo con quello del nostro avversario. Era estremamente utile.

Come mai il Jiu Jitsu e il Vale Tudo sono così popolari qui in America e meno negli altri continenti come l'Europa ad esempio?

E' solo una questione di tempo. In Europa adesso stanno arrivando i primi brasiliani a insegnare il Jiu Jitsu, ma ripeto solo adesso. In America ci siamo mossi molto tempo prima. Sono sicuro che in qualche anno diventerà popolare ovunque se vi saranno dei buoni tecnici a divulgarlo.

Che cos'è per te combattere?

Per me combattere significa vivere. E' la mia stessa vita. Mi rende felice e mi ha sempre spronato a migliorare.

Cosa preferisci, combattere o insegnare?

Questa è una domanda difficile. Amo entrambi, ma se un giorno dovessi scegliere preferirei il combattimento. Se qualcuno mi proponesse un anno di insegnamento a dieci mila dollari e un solo incontro per la stessa cifra, io sceglierei di combattere.

Ci descrivi il tuo "allenamento tipo" prima di un incontro?

Mi alzo e come prima cosa faccio colazione. La colazione è molto importante. Gioco un po' con i miei bimbi e poi il lunedì, il mercoledì e il venerdì vado alla Los Angeles Boxing Gym e mi alleno nel pugilato. Verso l'ora di pranzo alleno i miei allievi nel Jiu jitsu sia con il gi che senza e poi vado a casa a riposarmi. In genere mi alleno tre ore la mattina. Nel pomeriggio mi alleno con la squadra di lotta Raw Team a seconda dei giorni, mi alleno come nell'NHB, a volte solo sulle tecniche di portare al suolo l'avversario, altre volte lavoro al suolo e insegno loro i miei "trucchetti" (sorride). Poi la sera insegno di nuovo ai miei allievi il jiu jitsu.

Fai sollevamento pesi?

Si, il martedì e il giovedì mattina. Faccio molti circuiti per prepararmi al match,mi alleno con macchine che rinforzino i miei muscoli per sollevare il mio avversario. Lavoro circa tre minuti riposandomi un minuto tra un circuito e l'altro.

Segui un'alimentazione particolare?

Prima del match mangio meno perché in genere devo perdere peso(sorride). Per essere completamente sincero devo ammettere che amo mangiare e quindi non riesco a seguire tutti i giorni un'alimentazione ideale al cento per cento. Quindi quando arrivo prima dei match devo perdere molto peso. Mangio quaranta per cento di proteine, trenta di carboidrati e trenta per cento di grassi. Ho provato diete iperproteiche ma mi sono sempre trovato male perchè perdevo molta forza.

Come fai a riconoscere un buon insegnante?

Questa è un'ottima domanda. Per risponderti prendo esempio dal mio insegnante Jorge: mi ha sempre seguito, mi ha sempre sostenuto anche in ambiti diversi del jiu jitsu. Un buon insegnate deve spronarti in qualsiasi situazione non solo quando sei al top. Inoltre deve anche cercare di fare uscire il meglio da ogni persona e non deve risparmiarsi nell'insegnamento. Molti maestri si rifiutano di insegnare determinate tecniche perché hanno paura che i loro allievi possano superarli. Questi non sono buoni insegnanti. Un vero maestro deve trasmetterti tutta la conoscenza che possiede in modo che tu sia il più completo possibile. Jorge non ha mai centellinato il suo sapere.

Qual è stato il tuo match più duro?

Nel Jiu jitsu ne ho fatti due che sono stati molto impegnativi. Uno contro Shaolin nel Campionato Mondiale del 1999 e un altro contro Leonino Vieira. Nel Vale Tudo fu contro un lottatore di Lotta Libera. Allora c'era molta rivalità tra le scuole di Jiu Jitsu e lotta libera e quindi avevo una grande pressione psicologica.

Com'è la tua strategia di combattimento?

In passato cercavo sempre le finalizzazione perché ero più aggressivo. Ora sono molto piu riflessivo. Lavoro con calma e aspetto un errore del mio avversario, nello stesso tempo sono più pericoloso perché sono imprevedibile.

Come ti senti prima di combattere?

All'inizio ero molto nervoso. Ora sono rilassato e concentrato. Certo, sono ancora un po' teso ma molto di meno di prima. Provo un po' di paura perché non mi piace perdere ma mi fa bene provare quella sensazione, mi da molta carica.

Hai dei rituali prima di entrare nella gabbia?

Ho due rituali che seguo sempre. Due giorni prima del match vado in spiaggia e faccio una specie di meditazione, ossia parlo con me stesso e rifletto molto. Prima di entrare faccio il segno della croce e mi preparo a combattere fino alla morte.

La tua tecnica preferita?

Con il gi mi piacciono gli strangolamenti da dietro l'avversario. Senza kimono mi piacciono omoplata (leva alla spalla) e le leve alle braccia.

La tua posizione preferita nella lotta?

Nel jiu jitsu mi piace la mezza guardia perché; ho creato delle tattiche particolari per quella posizione. Nell'NHB mi piace stare in monta e colpire l'avversario.

Quali sono secondo te i requisiti per ottenere la cintura blu e la una cintura nera?

Per avere la cintura blu devi possedere delle ottime basi, padroneggiare le principali posizioni e saper finalizzare velocemente. Una cintura nera deve sempre sfidare se stesso e andare oltre i propri limiti. Creare un proprio stile di combattimento e farne un'arte. Chiaramente deve conoscere alla perfezione tutte le posizioni e le relative finalizzazioni.

Secondo te è meglio conoscere poche tecniche eseguite alla perfezione o molte tecniche ma approssimative?

Sicuramente dieci tecniche alla perfezione, ma ciò non significa che non devo conoscere le altre novanta.

Come mai la tue motivazione è rimasta sempre viva nel tempo?

Il combattimento e i tornei mi spronano a continuare a migliorare e ad allenarmi in una maniera sempre più completa.La mia famiglia e i miei allievi sono stati un secondo fattore di motivazione per me. Le cose importanti nella vita sono la famiglia, i buoni amici e la salute.Gli amici e la famiglia ti danno molta energia che puoi trasformare in successo. Successo non significa per forza soldi. Avere una famiglia che mi sostiene e mi ama in ogni momento per me è un grande successo.

I tuoi progetti per il futuro?

Continuerò a combattere e spero di entrare nel circuito dell'UFC. Inoltre mi dedicherò alla mia famiglia e ai miei allievi.

 

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